martedì 31 maggio 2016

Angel

Le cattive scelte si pagano.
le decisioni prese senza pensare bruciano.
Il petto duole e gli occhi si stringono per non vedere.

Le lenzuola fresche e bianche di un hotel di lusso.

Fingi che niente sia successo e metti la testa sotto la sabbia.
Poi il petto fa male ancora, e senti di non respirare.
e la testa la tiri fuori e prendi un dannatissimo telefono.

Quella luce era dannatamente bella.

Che schifo.
Posi il telefono, rimetti la testa sotto la sabbia.
che schifo.

E il terrore, e le voci, e ti vesti e cadi e ti vesti.

Cosa cazzo hai fatto Mike?
Cosa cazzo ti è venuto in mente di fare?
Come diamine hai solo pensato di poter fare una cosa simile?

Lui ascoltava.

lunedì 30 maggio 2016

Tattoo

[...]va bene il serpente « si lecca le labbra, resta fermo ad aspettare che la donna gli fori l'orecchio » verde e sul collo, ma deve fare una S « sposta lo sguardo per lanciare un'occhiata verso Lenore » riesci... riesci a fare come se fosse il simbolo del dollaro? Attorcigliato a due barre di metallo[...]
[...]a mano libera? « le lancia uno sguardo e annuisce infine, un paio di volte » ok, si..« si lecca le labbra » riesci..te lo dico prima « borbotta » a metterci delle lettere dentro? Non grandi e visibili, piccole..dentro al serpente, ci riesci? [...]
[...]le lettere?«aggrotta la fronte» due B, una M e due F e una I. 

domenica 29 maggio 2016

Family



Sei una via di mezzo, Mike. Come tutti. Non è che il mondo è pieno solo di stronzi fottuti e santi totali. 

L'ultima monetina sale verso il soffitto, si incastra in esso e resta li, immobile. Lui osserva il lavoro che ha fatto nelle ultime ore, la camera in ordine e le monete incastrate sul soffitto e con un sospiro si siede e poi si sdraia sul letto. Gli occhi non si staccano dalla costellazione. Un mezzo sorrisetto stanco sulle labbra e subito dopo chiude gli occhi annuendo lentamente 

<una via di mezzo>

Lo mormora, stringendo le labbra. Inspira profondamente e lancia un'occhiata al cellulare sul comodino, lo sfiora e lo schermo si accende, basta sbloccarlo e gli regala la schermata di un messaggio, guarda soltanto e poi annuisce

Ti voglio bene
Anche io ti voglio bene

<una via di mezzo>
Annuisce ancora e poi inspira profondamente, alzandosi dal letto con un mugolio di frustrazione. Si rimette gli occhiali, raccatta il gilet di jeans ed esce dalla stanza.

<una via di mezzo come tutti>

Il cuore sembra un po' meno pesante.


venerdì 27 maggio 2016

Wrog decision

Sono la mia famiglia «stringe i denti» sono la mia famiglia Max, e giuro su Dio che se pur di stargli vicino dovessi affrontare l'inferno e diventare il peggiore mostro del mondo io lo farò«gonfia il petto» non permetterò mai che si facciano del male, non permetterò mai che si perdano «il tono è duro, ricco di dolore e al tempo stesso pieno di certezza» Non permetterò che le mie cazzo di scelte distruggano un'altra famiglia, non permetterò che qualcuno me li porti via «inspira profondamente, lo fissa e scuote la testa» quindi si. Max «scandisce bene le parole» non voglio vivere una vita che mi permetta di stare bene con me stesso, non la voglio «si alza raccattando gli occhiali» e non la vorrò mai

Oggi la maggioranza della gente muore di un deprimente buon senso e scopre, quando è troppo tardi, che l’unica cosa di cui non ci si pente mai sono i propri errori.
(Oscar Wilde)

giovedì 26 maggio 2016

Liar



Non sei un assassino, non uccidi. 

Rientra a casa, si sente stravolto, le gambe fanno male e gli occhi bruciano. E' il momento peggiore di tutti, tornare a casa dopo una serata come quella che ha passato, con la luce del sole a cui manca ancora tanto, con il peso di mille anni sulla schiena, anche se di anni ne hai solo venti e la tua camera puzza come la stalla di un toro.


 Eppure se ti chiedono di spacciare spacci. E la droga sappiamo entrambi cosa fa : uccide. Anzi, uccide lentamente, fra atroci sofferenze. 

Sul comodino ci sono un paio di buste di roba da vendere, non abbastanza da considerarsi reato se qualcuno dei buoni la trova, si avvicina lentamente  ad esso e fissa le buste senza vederle davvero, sguardo opaco e dita che si allungano, per poi venire ritirate. Le parole del pagliaccio che gli rimbombano nella testa

 Se ti dicono di rapinare una banca lo fai, rubi dei soldi a dei poveracci che hanno lavorato trent'anni e passa per mettere da parte cinquemila dollari per pagarsi il funerale... E questo significa uccidere.  

Alza lo sguardo. Le monetine se ne stanno infilate nel soffitto, incastrate e impossibili da togliere se non con delle pinze o con il suo potere. Guarda quella piccola grande costellazione che si è creato e china il capo infine, riabbassandolo per osservare avanti a se il pavimento. Qui e la ci sono banconote spiegazzate, che spuntano dai pantaloni o che comunque sono scappate da quelli. Non si azzarda, ancora, a dire nulla, respira aria chiusa e parole al gusto di cerone

  Tu uccidi, e lo fai indiscriminatamente. Ed è un bene, ma non hai coscienza di farlo... E questo è un grande grande male.  

Alza le mani, va a strofinarle contro il volto, entrambe. Lo stropiccia con forza e tira appena i capelli, le dita che affondano tra i ricci fitti e rossi, gli occhi che continuano a guardare il pavimento, restando seduto sul letto, con la porta che si chiude da sola con un botto improvviso

  La vuoi sapere la verità? Sei un bugiardo, Mike. Un grande bugiardo. Sei ad un passo dal diventare come me, ma menti a te stesso... L'unica differenza che c'è fra noi è che io so realmente chi sono. Ucciderò gente, l'ho uccisa. Non sono un teppista, io sono la follia, la più totale pazzia.  

E sembra a lui di impazzire, la voce del clown che gli rimbomba nella mente, come quella di una coscienza troppo a lungo soffocata. Non è l'idea di fare del male alla gente che lo distrugge, quanto il fatto di non aver mai davvero esaudito la promessa fatta a se stesso. E se non riesci a farlo con le tue, figuriamoci con quelle degli altri.

  Mi ucciderai, forse. Mi torturerai. Ti ordineranno di farlo... E io mi godrò ogni istante, nel vedere te che diventi me. Io non posso morire, io mi trasformo, e il mio retaggio lo accoglieranno in tanti. 

Gli tornano in mente le parole di Mad alla discarica, roventi e ustionanti come non mai, gli torna in mente quell'out-out, quella promessa fatta alla donna. E ha infranto anche quella. Pensa a quello che dovrà fare, a quello che ha già fatto, e gli occhi si fanno lucidi. Le cose in tutta la casa tremano, attirate dal suo magnetismo, improvvisamente le monete si staccano dal soffitto, tutte in una volta come una cascata d'oro. Si fa male, sente le monete picchiare ogni centimetro della stanza e non si sposta ne prova a trattenerle, poi tutto si placa.

Sei un bugiardo. Pure per uno come me, risulti essere senza cuore! 

C'è una bustina li sul comodino. Allunga la mano, la rigira tra le dita e la apre recuperando qualcosa al suo interno e solo dopo va ad alzarsi. Infondo è uno che non mantiene le promesse, no? Si scrolla le monete di dosso e tira su con il naso uscendo nuovamente dalla stanza dopo aver ingoiato una pastiglia. Non si guarda indietro, non si premura nemmeno di vedere se Lenny è in casa.
Non vuole pensare.
Non può pensare.
Ha paura di ciò che uscirebbe dalla sua testa.

 Fanculo.



giovedì 12 maggio 2016

King of smile



La paura ti domina, la pura ti divora. La vedo, la sento. La paura ti costringerà a restare nell'ombra. Credi che i numeri siano contro di noi... I Numeri non contano niente. I numeri non sono niente. Basta toccare i tasti giusti e... E ti assicuro, che tutto verrà da se. Il Syndacate prende senza chiedere... Ruba sorrisi alla gente. Questa... Questa città è in procinto di esplodere. « Si porta le mani ai lati della testa, il discorso sembra prenderlo non poco. » E credi, credi che ne uscirai vincitore? L'unico modo di uscire di scena è col sorriso sulle labbra e non scappando con la coda fra le gambe. Ti offro gloria, non paura. Pensaci « Non sembra abbia intenzione di trattenerlo. » Prendi il disco di metallo, quando vorrai contattarmi, chiamarmi, mettilo al cancello del campetto. Decidi, sto posizionando gli scacchi ormai

E questo disco diventa improvvisamente così pesante.

mercoledì 11 maggio 2016

second chance


[...]Io non penso che tu sappia cosa potresti essere. Può darsi che mi sbaglio, dal momento che non ti conosco poi così bene e che ho una brutta propensione a cercare di vedere nelle persone sempre qualcosa "in più"... «Mezzo sorriso quasi di scuse in questa autoammissione, torna a tendergli la palla.» Però credo che tu abbia preso una botta di troppo. Ma che potresti rialzarti, se lo volessi.
[...]botte «aggrotta la fronte, palleggia, piano, riacchiappando tra le mani la palla, ogni volta» ogni tanto parlo col..con Lenny «annuisce brevemente» penso che vorrei raccontargli della roba, cose che succedono, che sono successe «lancia un'occhiata a Max» ma non le vuole sentire davvero «aggiunge, palleggiando un po' più forte» non mi voglio rialzare Max, sono una macchina rotta, impossibile da tirare su di nuovo «annuisce e lancia la palla verso il canestro»
[...]
[...]Ma il problema è che se anche fuori diventi così pagato che non sai che fare di tutto quello che hai, se non ti paghi un po' anche dentro lo specchio continui a non guardarlo. Non raccontarti balle, non chiudere gli occhi. «C'è una nota lievemente più accorata qui, e s'interrompe, sospirando, ascoltando poi quello che segue. Incassa ancora, [...]»Perchè io penso che tutti abbiano diritto a un'occasione extra. Tutti. Se la vogliono. «Tenta di accostarsi a sufficienza da portare la mano sinistra a provare a stringergli brevemente una spalla, la destra, gli occhi verso quelli di lui.» Siamo chi scegliamo di essere. Io penso che tu possa scegliere di meglio di così. Forse perchè sono un illuso utopista, forse si, forse no, ma tendo a scegliere di credere. Hai il mio numero, se vuoi parlare. «Alza le spalle.» Pensaci. Il telefono di solito è acceso anche alle quattro di notte tanto.
[...]Lo specchio lo guardo Max, lo riesco a guardare ancora «specifica, ma china il capo e non lo guarda, come se stesse pensando a qualcosa di specifico, qualcosa di vecchio magari. Non dice nulla alle parole seguenti di Maximilian, [...] apre la bocca, come se volesse dire qualcosa, poi la richiude e infine scuote la testa, tornando a palleggiare» buonanotte Max 

lunedì 2 maggio 2016

strange clown

Fissa l'ammasso di metallo con attenzione certosina 

[...] Ti sfido: Ruba qualcosa a qualcuno e poi distruggila

Quello si alza in volo, ruota su se stesso, si trasforma sotto il suo sguardo diventando una sfera perfetta.

[...] mi piacciono un casino le sfide, e posso vincerla al volo, vuoi vedere? 

 Piccole linee vanno a disegnarsi sul dorso della palla, lentamente si trasforma in un pallone da basket, continua a ruotare come se fosse preda di un qualche magnetismo planetario, lo fissa e aggrotta la fronte

[...] Togliere qualcosa a qualcuno per poi distruggerlo..« scuote la testa, leggermente titubante » è strano che faccia quasi stare bene? [...]
La sfera appena creata ruota velocemente, lui fa una smorfia e arriccia il naso, assottigliando gli occhi con un'espressione che sa di cattivo, di violento. Di non proprio.

[...] La palla è tua, te la regalo, mentre quello è il tuo trofeo... distruggilo

Ciò che c'è di metallico in casa vibra, da qualche parte il frigorifero si muove, e lui continua a fissare la sfera di metallo che gira su se stessa. Da qualche parte nella stanza un pallone nero e viola cade e rotola sotto il letto, lui arriccia il naso e inspira

distruggilo

Trattiene il fiato e alza la mano abbattendola sulla scrivania in un colpo secco, la sfera si schiaccia, diventa una lastra sottile di metallo e lui la guarda, il respiro corto e la testa che scoppia. Si alza di scatto dalla sedia, rischiando di inciampare e alza le mani infilandole tra i capelli.

[...] Amico è troppo impersonale, puoi chiamarmi IT
Puoi chiamarmi Mike





SMS

To Pennuto

[...] Non sono la famiglia che avresti voluto avere, potuto o che cazzo ne so, sono la famiglia che c'hai e basta. Mi hanno già portato via un fratello, non me ne faccio portare via un'altro.

From Pennuto

[...] Ti voglio bene, Grazie.

To Pennuto

Ringraziami quando avrò fatto qualcosa di concreto [...]

From Pennuto

[...] L'hai fatto e non te ne sei nemmeno reso conto.