sabato 6 maggio 2017

Then..

Hey!

La schiena di Selene è praticamente la prima cosa che vede quando entra in casa, si toglie la giacca a fatica per colpa della ferita alla spalla e lei ovviamente la nota quando si volta a osservarlo. Lo sguardo confuso e spaventato della ragazza lo fa bloccare, alcuni istanti in cui cerca di ragionare e trovare le giuste parole, infine posa la giacca sulla sedia e gira intorno al tavolo per raggiungerla.

è tutto ok.

Ma lo sa che non è vero, la vede scuotere il capo e chinarsi sul lavello pieno di acqua e sapone, tornare a lavare i piatti mentre lui si avvicina, cingendole la vita con le braccia, cercando un contatto che non ha con nessun altro.

è tutto ok.

Lo ripete a lei o a se stesso? Chiude gli occhi affondando il volto contro la sua spalla, il naso premuto contro la pelle del collo e gli occhi chiusi, inspira l'odore di Selene come se fosse l'ossigeno di cui ha bisogno, di cui non può fare a meno.

Ho fatto le analisi per i servizi sociali oggi.

Lei parla con voce solida, nel tentativo di mantenere una sicurezza che non le si addice, troppo gelida e dura per lei. Si allontana dal suo collo e dalla sua ancora per lasciarle lo spazio necessario a voltarsi e affrontarlo, occhi contro occhi, il lavandino ad impedirle ogni tipo di fuga e lui che sente una dolorosa minaccia che si affaccia alle sue ossa, un terrore improvviso, come se non riuscisse ad affrontare possibili cattive notizie, non su di lei, non portategli via lei.

Le analisi..?
Le faccio ogni mese per il recupero dall'eroina, sgarro una volta e mi portano via John.
Si...si ma..?

Lei trattiene il fiato, lui alza entrambe le mani come se volesse sorreggerla, impedirle di spezzarsi e crollare, come se avesse paura di vederla scomparire davanti ai suoi occhi come un sogno al suono della sveglia.

Sono incinta Mike.

Una bimba nucleare avrebbe causato meno. La vede cedere e tremare, pronta a crollare e lui allunga quelle mani, già pronte a raccoglierla, le porta alle spalle e le fa scivolare dietro la sua schiena, stringendola a se. Non sa cosa dire, fissa il vuoto a lungo e infine posa le labbra contro i suoi capelli sentendola respirare contro la sua maglia.

te ne andrai?
Perché dovrei?

Selene ha l'anima lacerata dai tradimenti, uomini che hanno giocato con lei come con una bambola, ha cicatrici profonde che lui non può vedere se non quando nella notte lo allontana terrorizzata da un incubo, ma lo stringe singhiozzando, e come lui non è stata capace di trattenersi dal cadere nuovamente nella solita terribile trappola.

come posso fidarmi?

Fissa la finestra sopra al lavello, continua a stringerla a se e gli tornano in mente le parole del capo. È tutta una questione di fiducia questo mondo, di accettare gli eventi e andare avanti, ignorando il dolore.

non lo so.

Sussurra lasciando che i punti alla spalla tirino, mentre continua a stringerla a se, sussurrandole parole di conforto all'orecchio, cercando di scacciare i suoi dubbi senza riuscire davvero nell'impresa.

È tutto ok. Resto, io resto.

Ma quando dopo alcune ore si ritrova nascosto in bagno con il cellulare tra le mani si rende conto che è terrorizzato e che non fa altro che pensare ad un nome.

mercoledì 3 maggio 2017

fiducia

perché non ti fidi?

La voce del capo -il nuovo capo- gli entra nella testa come un tarlo doloroso, sospira mente curva le spalle in avanti e non risponde, lasciando che la voce dell'altro si sciolga sulle sue spalle come un balsamo.

non sei a Philadelphia Spike, sei a New York, io non sono come loro, noi non siamo come loro. Non siamo una famiglia, questo è vero, ma non molliamo nessuno nella bocca del leone.

Inspira violentemente cercando di scacciare quella sensazione dal petto, quella nostalgia che gli attanaglia le viscere e che lui odia terribilmente.

Ho letto tutto su di te, mi è stata riferita ogni cosa. Un errore di vent'anni fa non può corrompere una carriera come la tua, ok? Ti ho visto ammazzare con i miei occhi, e posso assicurarti che non ho dubbi su di te, ma tu non devi averne su di noi. 

Imparare a fidarsi di nuovo di qualcuno è un processo difficile, si fissa le mani e alza gli occhi solo per fissare a lungo l'uomo anziano avanti a se, potrà avere su i cinquant'anni, ma non c'è traccia di droga nei suoi lineamenti, quanto una sottile determinazione che lo rende talmente tanto autorevole da incutere timore e rispetto.

ok.
Non voglio che ci provi, voglio che ci riesci. La prossima volta che provi a fare tutto da solo non sarà una pallottola di un nemico a colpirti, ok?

La minaccia viene incassata con un movimento del capo, l'uomo se ne va e lui resta seduto sulla sedia di plastica e metallo nel centro della clinica, la spalla che brucia come l'inferno e il telefono che vibra contro la gamba sinistra con insistenza soffocante. 
Ci sarà tempo per rispondere, ora ha solo voglia di silenzio e tempo per scacciare quella brutta sensazione al petto.