martedì 29 marzo 2016

Io non ho paura

Ah, e comunque, ho ritrovato ma'.

Scriverlo al nonno è stato un po' come accettarlo. Come quando non credi davvero a qualcosa fintanto che non la dici ad alta voce, tipo i cazzo di sogni che svaniscono nel momento in cui apri la bocca, la mattina e non ti ricordi più un cazzo di niente.
Ha passato i giorni seguenti all'incontro a fissare il soffitto, lanciare monetine contro di esso alla ricostruzione rozza di un cielo stellato, non lo aiutava più a scacciare incubi e pensieri fin troppo insistenti.

Miriham è viva.
Sua madre è viva.

Se l'è ripetuto tremila volta nella mente cercando il modo migliore perchè la frase prendesse sostanza, diventasse vera, tangibile e reale.

è viva.

Un po' un sogno, si è detto. E allora perchè continua a tremare come un cucciolo smarrito sotto la pioggia? Ha aspettato che la mente stessa lo aiutasse, dandogli una qualche spiegazione per quel tremore.
Infine si è dato dello sciocco e ha semplicemente chiuso il cervello. Non è felice, non è nulla, forse solo un po' sollevato, e basta.

E' una notizia come le altre.

Non ha paura che scompaia di nuovo.

dai è una cosa buonissima
si penso
fin tanto che dura penso che me la godo, si fa così no?


sabato 19 marzo 2016

Tattoos & Kiss

Una mano che accarezza un gatto.
Un gatto che da uno scopo ad una mano.
Così ci vorremo bene per davvero, non per gioco.
Non è mai stato un gioco, tu mi piaci per davvero.
Un bacio.

martedì 15 marzo 2016

drugs story


Shamrock ore 03:20

[...]gli ho detto che dato stava tanto bene da strafatto, dato diceva non ha problemi, allora potevo farlo pure io «si stringe nelle spalle » mica che proprio dicevo, era per farlo incazzare, ma poi il cervello lavora e mi sono fissato.. mi sembra che ci rivedo i miei tutti e due dentro a lui, e se è così fa una fine brutta «il tono è leggermente lamentoso, tira su col naso e si strofina un occhio» cazzo..

[...]Vedremo di dare una mano a Brain, allora. Vuoi? «domanda, lanciandogli un'occhiata di traverso» A smettere del tutto non credo ci riesca. Ma magari può darsi una controllata «afferma con tono vago. Sputa fumo dal naso» Però vorrei evitare di vedere lui che migliora e te che peggiori, perché inizi a farti le pere, eh «commenta, drizzando la schiena» Facciamo tipo una promessa, o un patto. Se tu non inizi, io farò la guardia a Brain. Nel senso, che lo terrò d'occhio ed eviterò che si sciolga del tutto «gli porge la mano» Ci stai?

Si, ci sto «ci mette un po' a rispondere, come a registrare i pro e i contro, ma sembra abbastanza sicuro della sua risposta. Osserva la mano tesa di Mad e allunga la propria per poter stringere quella della donna» [...]

lunedì 14 marzo 2016

bad boy

Bagno, ore 04:22

Ha due occhiaie profonde, le labbra secche e il volto pallido, è ubriaco fino alla punta dei capelli, fissa il proprio riflesso, le dita che stringono il bordo del lavandino, curva la schiena e avvicina il naso al vetro. Ha il sapore di vomito in bocca, si passa il dorso della mano sinistra contro le labbra, e torna a raddrizzare la schiena, ispirando profondamente

'fanculo

Abbassa lo sguardo sul lavandino, le mani si stringono intorno all'oggetto metallico al suo interno. Alza l'Uzi e lo punta contro il vetro, la canna che aderisce, fissa ancora il proprio riflesso

Quanto coraggio c'hai?

Lo mormora in direzione di se stesso, stacca la canna dal vetro e la punta contro la propria tempia, sente il peso dell'arma sul polso, il freddo del metallo contro la pelle, chiude gli occhi, inspira, e resta fermo per alcuni lunghi istanti, un rumore forte lo fa sobbalzare, abbassa il braccio e si volta verso la finestra, forse un qualcosa contro il vetro, chissà. Abbassa il capo e torna a guardare l'arma, lasciandola dentro il lavandino, come se improvvisamente stesse scottando. Indietreggia e posa la schiena contro il muro dietro di se, si lascia scivolare a terra, seduto, e alza una mano per nascondervi il volto al suo interno, le lacrime scendono improvvise e terribilmente incontrollate.

Fin troppo

giovedì 10 marzo 2016

sii uomo


Sono le due di notte, è il 2010 e quel moccioso di cinque anni e mezzo dovrebbe stare a dormire da un pezzo e invece è seduto per terra, accanto alla porta di metallo di un bar. Gioca con il modellino di un qualche supereroe, di quelli con i poteri che vede sempre in tv. Gioca in silenzio il piccoletto, fa volare il modellino e subito dopo lo fa schiantare a terra, mimando suoni a labbra chiuse. La porta del bar si apre, qualcuno esce e lui si alza di scatto riconoscendo gli scarponi marroni

- Cazzo stai facendo?
- Niente
- giochi ancora con quel coso?
- no

Tiene il gioco dietro la schiena, nascosto agli occhi del mostro che si trova davanti a lui, non lo guarda mai in faccia, fissa le sue scarpe e nel mentre tende le orecchie,pronto a spostarsi al minimo rumore che possa anticipare un colpo.

- non mi devi mentire
- non mento pa' lo giuro...

Le dita da bimbo sudano intorno al gioco, testa sempre bassa e occhi su i piedi, sente male prima ancora che il padre lo scuoti dal braccio, lui strizza gli occhi, gli scendono già i lacrimoni, sente il tono dell'uomo cambiare, arrabbiarsi.

- Smettila di frignare, sii uomo.

Poi tutto cambia, due tipi appaiano dal nulla. Parlano, chiedono qualcosa all'uomo, roba di soldi, forse droga, forse scommesse o prestiti, lui molla il figlio e il bambino ne approfitta per scappare dietro il cassonetto, il pupazzo che viene involontariamente fatto cadere, e lui si nasconde, alza le mani posandole sulle orecchie per non sentire ciò che succede ,come quando si chiude dentro l'armadio per non sentirlo litigare con la mamma.
Passano minuti, ore? Lui resta fermo con le mani sulle orecchie finché non sente più nulla, poi abbassa le manine, si alza ed esce dal nascondiglio, cercando il gioco caduto, è proprio li, accanto a papà, lo recupera e lo stringe al petto, è sporco di sangue e gli sporca la maglietta grigia. Fissa il padre a terra, ha il volto tumefatto, un polso rotto, gli occhi chiusi che non sembra poter aprire. Resta fermo a fissare la maschera di sangue e carne riversa a terra finché la porta del locale si apre in un cigolio, una coppia esce e le urla iniziano.

Con quelle Mihael del 2024 si sveglia di soprassalto, ha il cuore in gola, ma almeno non ha urlato, si rigira nel letto, osserva Junior li con lui e sospirando si alza, gomiti sulle ginocchia, testa fra le mani si guarda i piedi e si strofina le mani sul volto, inspira e si alza, in mutande, pronto a iniziare la giornata con una bella birra.

Smettila di frignare, sii uomo.

sabato 5 marzo 2016

Buon compleanno a me...
fottuto coglione