venerdì 24 marzo 2017

Maik.

Dov'è Dusk? Stitch. Non chiamarmi Stitch se sono senza maschera. Dov'è? Fa freddo. Ho bisogno di Ma' Non farmi uscire dalla tua testa Lei sa come funzionano queste cose. Mamma ti farà stare bene piccolo Mike...Ma tu ci pensi mai a Gabriel? Era il compleanno di pa' E ti fa stare male? Bugia È morto, Mike. Sei grande ora. Ti presento Gabriel, ora sei un fratello maggiore, dovrai prenderti cura di lui Perché piangi? Smettila! Smettila!! Mamma ha da fare con lo zio Mal ora, resta con Gab, ok? Ma tu ci pensi mai a Gabriel? Mi dispiace Mike, ma tuo fratello ha più possibilità di adozione senza di te, lo capisci questo, vero? Andrà in una buona famiglia e sarà amato. Tu ci pensi mai a Gabriel? Avevi un fratello? Un sacco di tempo fa. Non dovresti sniffare benzina... da solo. Ma tu ci pensi mai a Gab..
Trema tra le coperte di un materasso umido che non è il suo, nella vecchia baracca dal tetto rosso dove si è rifugiato quando Dusk gli ha detto che sarebbe stato solo quella notte, abbracciato a se stesso con la testa vicino alle ginocchia e la schiena curva sente i passi della madre che cammina avanti e indietro davanti al materasso, cercando di mantenere un controllo che non ha, per scivolare fuori dalla testa del figlio.

Scusa Mike, scusa, stavo male, ma ora è meglio, scusa, è tutto ok, c'è la mamma ora, non pensare, non pensare bambino mio, c'è la mamma. C'è la mamma...

Prova a dire mamma... maaammaaa, le facciamo una sorpresa quando si sveglia, così magari si ricorda che è il tuo compleanno e ci fa i pancake.
Maaaa mm aaaa mmmmmimmm mimm maaam maaaik. Mike.
No Gabriel, no, voglio i pancake, devi dire mamma, dire Mike non ci serve a niente ora.

Ci sono ricordi che non vorresti rivivere nemmeno nei tuoi peggiori incubi, che vorresti cancellare perché ti fanno troppo male.

Era il compleanno di pa'
E ti fa stare male?
No. 

Come fanno a dire che non è suo figlio? Ahh? È nato il suo stesso giorno dannazione!

Era il compleanno di Gab.
E ti fa stare male?
...

mercoledì 22 marzo 2017

Gasoline

Ha le dita che si appiccicano ai soldi per quanto sono sudate, la cosa lo aiuta a dirla tutta, riesce con maggiore facilità a staccare le banconote e dividerle in piccoli mucchietti davanti a se, le bustine di coca accanto a lui e la mente che si estranea da quei movimenti che ormai sono inconsci.

Ti leghi a chiunque faccia la minima cosa per te!

Sospira fissando una banconota da un dollaro, stropicciata e sporca, che lo fissa di rimando. Alza la mano sinistra e la posa sulla fronte massaggiando la pelle fino a sentire l'osso sotto il polpastrello. Scuote il capo e lo china, scuotendosi solo quando sente il rumore della porta che si apre. Sa già chi è, non gli serve alzare lo sguardo.

Shite..

Le parole di lei l'hanno ferito nel profondo, sente ancora il bruciore di tagli che gli ricordano il dolore di una vita di rimpianti. Non appena lei ha parlato, il ricordo delle persone con cui ha avuto a che fare gli hanno riempito la mente come uno tsunami incontrollabile.
Leonard. Ha visto la faccia del vecchio stamparsi dietro le palpebre, il ricordo di ciò che ha fatto per lui, di quando ha iniziato ad attaccarsi a lui dopo che gli ha salvato la vita contro la maschera di fuoco. Si posa la mano al centro del petto, dove la cicatrice dell'ustione gratta contro la maglia, a il ricordo di Anna che spintona quello del vecchio, la bionda scomparsa nel nulla, la dottoressa che gli entrava nella mente e lo usava e lui sciocco si aggrappava a lei cercando una protezione impossibile da avere e poi Redemption e il sorriso caldo quando da ragazzino temeva le botte nella casa famiglia e lei gli stringeva la mano. Rebecca gli fa bruciare lo zigomo di una vergogna carica di rimorso, lo stesso rimorso che brucia nel petto a pensare al nome di Maximilian Lee e al suo sguardo addolorato, come quello di Junior, la gatta che lo ha fatto sentire davvero amato per una volta nella sua vita.

Quando smette di pensare gli fa male tutto il corpo, ogni cicatrice gli ricorda qualcuno. Ha perso un pezzo di cuore e di anima per ogni persona che ha amato, il peso di una madre e di un padre che sono nella lista, ma che lui cerca di ignorare.

Shite.

Lo ripete alzandosi dalla sedia, lascia soldi e droga sul tavolo e spegne la luce infilandosi in camera da letto. Dusk gli da la schiena, arrotolata nel letto in posizione fetale. Si spoglia e prende posto accanto a lei, fissa il soffitto e infine sospira, girandosi per cercare la sua mano, reprimendo a stento il desiderio di scappare, il tremore che lo coglie e la voglia di bere o farsi.
Ha la nausea mentre chiude gli occhi e scaccia con forza le parole di lei dalla mente, ignorando gli allarmi del suo cuore che disperato gli urla di smettere.

Non ancora, non un'altra volta, non un'altra cicatrice.

- Che c'è?

- Non rompere.
- Sei tu che mi stai fissando Stitch, che vuoi? 
- Fatti i cazzi tuoi. 

La mano la stringe un po' di più e chiede perdono al suo cuore, come un drogato.  Solo per una volta ancora, solo una. Ha bisogno di quel calore. 

Sei una puttana.

Ma la verità è che quando ha sentito le parole di Stitch si è reso conto di non sapere più  riconoscere il vero affetto dal finto, non sa più nemmeno se prova qualcosa, e nel naso gli entra l'odore forte di benzina.

Syd...

martedì 7 marzo 2017

Remember

Quando si sveglia ha la faccia incollata al tappeto della clinica. La guancia che brucia per lo sfregamento e il corpo indolenzito. La bocca è amara e ha il sapore del vomito sul fondo del palato, la testa gira e fa male, il cervello sembra essere stato preso a calci.

Ricorda.

Sbatte le palpebre e a fatica si mette seduto. La schiena che sbatte contro il calorifero dietro di lui e le labbra che si arricciano in una smorfia infastidita. Si porta una mano alla testa infilando le dita come artigli tra i capelli mentre cerca di rimettere i pezzi al suo posto.

Ho nomi di morti tatuati sul collo.

Scuote la testa e sbatte le palpebre mentre lo sguardo scende sulla scatola di ciambelle abbandonata a terra, poco lontano. Aperta e profanata.

Ti porto qualcosa di buono.

Realizza e si guarda intorno alla ricerca di Stitch con fare ansioso, alzandosi da terra e barcollando subito dopo, colto da una vertigine. Questa volta quando posa la mano sulla fronte sente il profumo provenire dalla felpa che indossa, chiude gli occhi e posa la schiena contro il muro, un sospiro sconfitto.

Ricorda

L'immagine che gli scivola tra i fumi dell'alcool è il volto di Stitch che lo guarda sconsolata, dicendo che va a lavoro dopo avergli chiesto di ricordare.
Cosa?

Solo per tirarmi su.
Solo per questa volta.

Scivola con la schiena contro il muro, il sedere a terra e le mani intorno al capo, a reggere un cervello che rischia di scappare dalla calotta cranica da un momento all'altro, la croce che dondola fuori dalla felpa.

Ho nomi di morti sul collo.
È normale per quelli come noi.

God help me.
Just this one time.

sabato 4 marzo 2017

Don't let me go

Blue ha degli occhi che sembrano bruciare. lo fissa intensamente mentre le sue dita scivolano dentro la ferita allo stomaco, allargandola e strappando carne. Il sangue le scivola lungo il braccio e gocciola a terra, il dolore gli entra nel cervello facendolo mugolare, la testa sbatte contro la colonna a cui è appeso, le manette inibitrici tintinnano.

no..n.

l'altra mano si aggrappa alla mascella spappolata e stringe convulsamente, sente le ossa piegarsi come pongo sotto le dita di lei e vorrebbe urlare, ma non ha più voce. Dietro Blue appare una figura magra, zoppica avvicinandosi a loro nel buio dello scantinato maledetto e entra nella luce fioca che li illumina, mostrando il volto.

Infatti, ha ragione lui, non così..dovresti girare di più la mano. Ecco si, così, e poi affonda le dita tirando verso il basso, segui la direzione della ferita...

Spalanca gli occhi tirando le mani, cercando disperatamente di liberarle dalla presa delle manette, inutile. Le costole urlano di dolore ad ogni respiro, e non è facile respirare perché uno dei polmoni è andato.

Beh che ti aspettavi Mike? Che ti aiutassi?
Lo sai che vali meno della merda, sarebbe meglio se morissi qui dentro, sto solo cercando di fare in modo che succede.
Sei un peso che non posso gestire e sinceramente nemmeno voglio poi più di tanto, mica sei figlio mio, no? Ti sei appiccicato come una gomma alla scarpa e mo ti sto staccando via, semplice.
E smettila di farti storie nella testa.. nessuno è venuto a salvarti, Jody manco si ricorda che esisti o il tuo nome. Affronta la realtà Mike.

La mano di Blue si stringe intorno alla mascella, lo costringe ad abbassare lo sguardo su di lei. Allarga gli occhi fissando quelli troppo azzurri e accesi della ragazzina. Non ha più fiato nemmeno per urlare, il dolore si espande in tutto il corpo, trema vistosamente, il sudore gli scivola lungo la schiena.

Hei, non ti distrarre, io sono qui.
Sono qui e tu sei qui Mike, siamo insieme io e te, siamo sempre insieme.. sono nella tua testa.
Non provare a farmi uscire.

Allarga gli occhi, terrorizzato, sente lacrime scivolare lungo le guance mentre Blue si china su di lui, sente qualche commento di Leonard, ma non riesce a seguire il discorso, nonostante sappia che lo sta deridendo. Si sente distrutto, perso, abbandonato. È solo e nessuno verrà a salvarlo.

Spike?
Spike svegliati.
Spike?

Quando apre gli occhi prende una boccata d'aria tale che pare essere appena uscito dall'acqua. Il buio della stanza lo disorienta. Si guarda intorno ansioso, le dita strette intorno al lenzuolo, il busto nudo che mostra le cicatrici di ciò che ha subito. Sposta lo sguardo cercando disperatamente qualcosa e trema vistosamente. Il sogno è svanito, ma il dolore rimane. I muscoli si contraggono e il sudore scivola lungo la fronte e il collo.

Ju..

No. non è lei. Ci mette lunghi istanti di comprensione per riconoscere il profilo di Dusk nel buio, gli occhi che lo vigilano. Inspira ancora, lieto di sentire entrambi i polmoni riempirsi di aria e si curva verso di lei, portando il peso su una spalla.

Stitch..ho..ho bisogno di qualcosa. Sto male, sto male dammi qualcosa.

Come un bambino che chiede aiuto dopo un incubo, si curva verso di lei e poco importa del terrore che solitamente lo colpisce, cerca di accoccolarsi contro di lei, tremando. L'astinenza è più forte della fobia, la paura e il dolore la superano.
E comunque non potrebbe fare peggio dell'incubo.

Sono nella tua testa. Non provare a farmi uscire.