Ha le dita che si appiccicano ai soldi per quanto sono sudate, la cosa lo aiuta a dirla tutta, riesce con maggiore facilità a staccare le banconote e dividerle in piccoli mucchietti davanti a se, le bustine di coca accanto a lui e la mente che si estranea da quei movimenti che ormai sono inconsci.
Ti leghi a chiunque faccia la minima cosa per te!
Sospira fissando una banconota da un dollaro, stropicciata e sporca, che lo fissa di rimando. Alza la mano sinistra e la posa sulla fronte massaggiando la pelle fino a sentire l'osso sotto il polpastrello. Scuote il capo e lo china, scuotendosi solo quando sente il rumore della porta che si apre. Sa già chi è, non gli serve alzare lo sguardo.
Shite..
Le parole di lei l'hanno ferito nel profondo, sente ancora il bruciore di tagli che gli ricordano il dolore di una vita di rimpianti. Non appena lei ha parlato, il ricordo delle persone con cui ha avuto a che fare gli hanno riempito la mente come uno tsunami incontrollabile.
Leonard. Ha visto la faccia del vecchio stamparsi dietro le palpebre, il ricordo di ciò che ha fatto per lui, di quando ha iniziato ad attaccarsi a lui dopo che gli ha salvato la vita contro la maschera di fuoco. Si posa la mano al centro del petto, dove la cicatrice dell'ustione gratta contro la maglia, a il ricordo di Anna che spintona quello del vecchio, la bionda scomparsa nel nulla, la dottoressa che gli entrava nella mente e lo usava e lui sciocco si aggrappava a lei cercando una protezione impossibile da avere e poi Redemption e il sorriso caldo quando da ragazzino temeva le botte nella casa famiglia e lei gli stringeva la mano. Rebecca gli fa bruciare lo zigomo di una vergogna carica di rimorso, lo stesso rimorso che brucia nel petto a pensare al nome di Maximilian Lee e al suo sguardo addolorato, come quello di Junior, la gatta che lo ha fatto sentire davvero amato per una volta nella sua vita.
Quando smette di pensare gli fa male tutto il corpo, ogni cicatrice gli ricorda qualcuno. Ha perso un pezzo di cuore e di anima per ogni persona che ha amato, il peso di una madre e di un padre che sono nella lista, ma che lui cerca di ignorare.
Shite.
Lo ripete alzandosi dalla sedia, lascia soldi e droga sul tavolo e spegne la luce infilandosi in camera da letto. Dusk gli da la schiena, arrotolata nel letto in posizione fetale. Si spoglia e prende posto accanto a lei, fissa il soffitto e infine sospira, girandosi per cercare la sua mano, reprimendo a stento il desiderio di scappare, il tremore che lo coglie e la voglia di bere o farsi.
Ha la nausea mentre chiude gli occhi e scaccia con forza le parole di lei dalla mente, ignorando gli allarmi del suo cuore che disperato gli urla di smettere.
Non ancora, non un'altra volta, non un'altra cicatrice.
Ti leghi a chiunque faccia la minima cosa per te!
Sospira fissando una banconota da un dollaro, stropicciata e sporca, che lo fissa di rimando. Alza la mano sinistra e la posa sulla fronte massaggiando la pelle fino a sentire l'osso sotto il polpastrello. Scuote il capo e lo china, scuotendosi solo quando sente il rumore della porta che si apre. Sa già chi è, non gli serve alzare lo sguardo.
Shite..
Le parole di lei l'hanno ferito nel profondo, sente ancora il bruciore di tagli che gli ricordano il dolore di una vita di rimpianti. Non appena lei ha parlato, il ricordo delle persone con cui ha avuto a che fare gli hanno riempito la mente come uno tsunami incontrollabile.
Leonard. Ha visto la faccia del vecchio stamparsi dietro le palpebre, il ricordo di ciò che ha fatto per lui, di quando ha iniziato ad attaccarsi a lui dopo che gli ha salvato la vita contro la maschera di fuoco. Si posa la mano al centro del petto, dove la cicatrice dell'ustione gratta contro la maglia, a il ricordo di Anna che spintona quello del vecchio, la bionda scomparsa nel nulla, la dottoressa che gli entrava nella mente e lo usava e lui sciocco si aggrappava a lei cercando una protezione impossibile da avere e poi Redemption e il sorriso caldo quando da ragazzino temeva le botte nella casa famiglia e lei gli stringeva la mano. Rebecca gli fa bruciare lo zigomo di una vergogna carica di rimorso, lo stesso rimorso che brucia nel petto a pensare al nome di Maximilian Lee e al suo sguardo addolorato, come quello di Junior, la gatta che lo ha fatto sentire davvero amato per una volta nella sua vita.
Quando smette di pensare gli fa male tutto il corpo, ogni cicatrice gli ricorda qualcuno. Ha perso un pezzo di cuore e di anima per ogni persona che ha amato, il peso di una madre e di un padre che sono nella lista, ma che lui cerca di ignorare.
Shite.
Lo ripete alzandosi dalla sedia, lascia soldi e droga sul tavolo e spegne la luce infilandosi in camera da letto. Dusk gli da la schiena, arrotolata nel letto in posizione fetale. Si spoglia e prende posto accanto a lei, fissa il soffitto e infine sospira, girandosi per cercare la sua mano, reprimendo a stento il desiderio di scappare, il tremore che lo coglie e la voglia di bere o farsi.
Ha la nausea mentre chiude gli occhi e scaccia con forza le parole di lei dalla mente, ignorando gli allarmi del suo cuore che disperato gli urla di smettere.
Non ancora, non un'altra volta, non un'altra cicatrice.
- Che c'è?
- Non rompere.- Sei tu che mi stai fissando Stitch, che vuoi?- Fatti i cazzi tuoi.
La mano la stringe un po' di più e chiede perdono al suo cuore, come un drogato. Solo per una volta ancora, solo una. Ha bisogno di quel calore.
Sei una puttana.
Ma la verità è che quando ha sentito le parole di Stitch si è reso conto di non sapere più riconoscere il vero affetto dal finto, non sa più nemmeno se prova qualcosa, e nel naso gli entra l'odore forte di benzina.
Syd...