Blue ha degli occhi che sembrano bruciare. lo fissa intensamente mentre le sue dita scivolano dentro la ferita allo stomaco, allargandola e strappando carne. Il sangue le scivola lungo il braccio e gocciola a terra, il dolore gli entra nel cervello facendolo mugolare, la testa sbatte contro la colonna a cui è appeso, le manette inibitrici tintinnano.
no..n.
l'altra mano si aggrappa alla mascella spappolata e stringe convulsamente, sente le ossa piegarsi come pongo sotto le dita di lei e vorrebbe urlare, ma non ha più voce. Dietro Blue appare una figura magra, zoppica avvicinandosi a loro nel buio dello scantinato maledetto e entra nella luce fioca che li illumina, mostrando il volto.
Infatti, ha ragione lui, non così..dovresti girare di più la mano. Ecco si, così, e poi affonda le dita tirando verso il basso, segui la direzione della ferita...
Spalanca gli occhi tirando le mani, cercando disperatamente di liberarle dalla presa delle manette, inutile. Le costole urlano di dolore ad ogni respiro, e non è facile respirare perché uno dei polmoni è andato.
Beh che ti aspettavi Mike? Che ti aiutassi?
Lo sai che vali meno della merda, sarebbe meglio se morissi qui dentro, sto solo cercando di fare in modo che succede.
Sei un peso che non posso gestire e sinceramente nemmeno voglio poi più di tanto, mica sei figlio mio, no? Ti sei appiccicato come una gomma alla scarpa e mo ti sto staccando via, semplice.
E smettila di farti storie nella testa.. nessuno è venuto a salvarti, Jody manco si ricorda che esisti o il tuo nome. Affronta la realtà Mike.
Lo sai che vali meno della merda, sarebbe meglio se morissi qui dentro, sto solo cercando di fare in modo che succede.
Sei un peso che non posso gestire e sinceramente nemmeno voglio poi più di tanto, mica sei figlio mio, no? Ti sei appiccicato come una gomma alla scarpa e mo ti sto staccando via, semplice.
E smettila di farti storie nella testa.. nessuno è venuto a salvarti, Jody manco si ricorda che esisti o il tuo nome. Affronta la realtà Mike.
La mano di Blue si stringe intorno alla mascella, lo costringe ad abbassare lo sguardo su di lei. Allarga gli occhi fissando quelli troppo azzurri e accesi della ragazzina. Non ha più fiato nemmeno per urlare, il dolore si espande in tutto il corpo, trema vistosamente, il sudore gli scivola lungo la schiena.
Hei, non ti distrarre, io sono qui.
Sono qui e tu sei qui Mike, siamo insieme io e te, siamo sempre insieme.. sono nella tua testa.
Non provare a farmi uscire.
Sono qui e tu sei qui Mike, siamo insieme io e te, siamo sempre insieme.. sono nella tua testa.
Non provare a farmi uscire.
Allarga gli occhi, terrorizzato, sente lacrime scivolare lungo le guance mentre Blue si china su di lui, sente qualche commento di Leonard, ma non riesce a seguire il discorso, nonostante sappia che lo sta deridendo. Si sente distrutto, perso, abbandonato. È solo e nessuno verrà a salvarlo.
Spike?
Spike svegliati.
Spike?
Spike svegliati.
Spike?
Quando apre gli occhi prende una boccata d'aria tale che pare essere appena uscito dall'acqua. Il buio della stanza lo disorienta. Si guarda intorno ansioso, le dita strette intorno al lenzuolo, il busto nudo che mostra le cicatrici di ciò che ha subito. Sposta lo sguardo cercando disperatamente qualcosa e trema vistosamente. Il sogno è svanito, ma il dolore rimane. I muscoli si contraggono e il sudore scivola lungo la fronte e il collo.
Ju..
No. non è lei. Ci mette lunghi istanti di comprensione per riconoscere il profilo di Dusk nel buio, gli occhi che lo vigilano. Inspira ancora, lieto di sentire entrambi i polmoni riempirsi di aria e si curva verso di lei, portando il peso su una spalla.
Stitch..ho..ho bisogno di qualcosa. Sto male, sto male dammi qualcosa.
Come un bambino che chiede aiuto dopo un incubo, si curva verso di lei e poco importa del terrore che solitamente lo colpisce, cerca di accoccolarsi contro di lei, tremando. L'astinenza è più forte della fobia, la paura e il dolore la superano.
E comunque non potrebbe fare peggio dell'incubo.
E comunque non potrebbe fare peggio dell'incubo.
Sono nella tua testa. Non provare a farmi uscire.