domenica 9 ottobre 2016

House Day #1

Il momento migliore è stato quando ha scardinato la porta dell'armadio. Una di quelle porte di legno a soffietto, che bastava poco per poterla aprire. L'ha tirata finchè non ha sentito i cardini piegarsi, poi si è concentrato sul metallo e li ha sganciati, ritrovandosi con il legno tra le mani. Sta ristrutturando la casa, la mette in ordine per permettere a Junior di non continuare a dormire sul materasso nel centro della stanza, perchè d'improvviso una cosa tanto normale gli è parsa fin troppo brutta.
Si è chinato davanti all'armadio aperto e ha sfiorato i segni delle unghie vicino al muro, li dove la porta si chiudeva. Per un attimo ha ricordato le notti passate li dentro, con la fame e la paura a fare da padroni. Per un attimo si è lasciato andare ai ricordi e poi ha scosso la testa e ha staccato le mensole.
Distruggere per dare nuova vita, è stato complesso con le scale, ha dovuto pagare qualcuno per renderle calpestabili, così come ha dovuto chiamare un idraulico, un elettricista, dei muratori...
Gli è costata, quella casa, non tanto comprarla -no, quello è stato nulla- quanto il renderla abitabile, togliere gli animali dai muri, aggiustare le tubature, la corrente elettrica. Sono stati lavori complessi, ma ora non ha paura che il tetto gli cada in testa.
La porta della cantina l'ha resa normale, gli oggetti li ha nascosti, il tempo di finire i lavori e poi ha ritrasformato il suo piccolo covo, ha eliminato la maniglia della porta, ha aggiustato il suo piccolo angolo di pace.
Non l'ha nemmeno detto a Junior, un giorno le verrà il dubbio, probabilmente e lui le spiegherà tutto.

Per ora se ne sta seduto, nel centro di quella che era la sua camera, terribilmente vuota e al tempo stesso incredibilmente piena. Così piena da farlo soffocare e impedirgli di respirare. Sente pianti di neonato se chiude gli occhi, passi pesanti quando c'è troppo silenzio, respiri soffocati da cuscini troppo leggeri.
Ha scardinato la porta dell'armadio perchè era convinto di sentire grattare e poi si è dato dello stupido.

Sono solo fantasmi di una vita passata. E' una vita stupida, che è morta..
E' tutto morto.

Ma poi entra lei, con una piantina in mano, e lui si ritrova a guardarla, restando seduto, a chiedersi che diamine vuole farci, finchè non la vede posarla sul davanzale ed esclamare che è simbolo della nuova vita nella casa.
Confuso e disorientato allunga le dita e stringe la mano piccola di lei, si fa aiutare ad alzarsi, la segue al piano di sotto dove lo aspetta, forse, una colazione.
E si chiede se lei sapesse.
Se si sia resa conto di ciò che ha fatto.

Di come con due parole e un gesto sia riuscita a scacciare anni di fantasmi e paure.
Con una piantina ed un sorriso.