L'acqua scorre sulla pelle pallida da quasi dieci minuti, le mani sono premute contro le piastrelle scivolose della doccia e si sente come se una grossa pietra si trovasse tra le spalle, appena sotto il collo. I suoni sono ovattati, il vapore riempie il piccolo bagno soffocante, e lui ci mette un po' prima di chiudere l'acqua e restare zitto, bello fermo, a fissare le piastrelle mentre il freddo lo scuote fin nelle viscere, entrando nelle ossa e attraversando l'intero corpo fino al cervello.
Ha come l'impressione di soffocare, e da la colpa al vapore che gli entra nel naso e gli annebbia gli occhi, non al mal di testa penetrante causato dalla sniffata ribelle di benzina, come il peggiore dei cretini.
Gli rimbombano in testa le parole che si è scambiato con il pennuto, la promessa che ha strappato e che non sa se può mantenere, lo svegliarsi con Junior ai piedi del letto e l'improvviso timore di finire come il ragazzo sul ponte, a sciogliersi urlando o magari con del metallo in testa, in tutti i sensi, ma non per se stesso, per un attimo ha pensato seriamente a chi avrebbe controllato la notte se il nonno era a letto, da chi sarebbe andata la ragazzina che beve latte, chi avrebbe continuato a cercare ma' e si è reso conto che nessuno l'avrebbe fatto, e ha avuto paura, un momento e la faccia di Rebecca gli ha illuminato la testa.
Resta immobile, respira profondamente e infine tira un cazzotto senza motivo al muro avanti a se, uno, due, tre e infine allarga le mani, tornando a posarle sulle mattonelle e scuote la testa, riaprendo l'acqua per un ultimo tentativo di scacciare quel peso che non se ne va, esce dalla doccia dopo altri cinque minuti di silenzio, tirando la tendina con un movimento secco. Gocciola per terra e non gli interessa, da un calcio ad una lattina e si allunga per recuperare un asciugamano che si stringe alla vita fissando lo specchio per alcuni lunghi istanti prima di sospirare.
- Cazzo guardi?
Il telefono sul bordo del lavandino vibra, rischia di cadere e lui lo acchiappa con le dita ancora umide, acqua che scivola dai capelli e si rifugia nell'incavo della spalla. Legge, sospira, aggrotta la fronte. Gli occhi si fissano sulle nocche sbucciate e livide, non si era accorto di aver dato cazzotti così forte, si volta aprendo la porta del bagno infilandosi nel corridoio.
- Bagno libero!
Non sa nemmeno se Leonard è in casa, ma lui lo urla lo stesso, infilandosi nella propria stanza.
Ha come l'impressione di soffocare, e da la colpa al vapore che gli entra nel naso e gli annebbia gli occhi, non al mal di testa penetrante causato dalla sniffata ribelle di benzina, come il peggiore dei cretini.
Gli rimbombano in testa le parole che si è scambiato con il pennuto, la promessa che ha strappato e che non sa se può mantenere, lo svegliarsi con Junior ai piedi del letto e l'improvviso timore di finire come il ragazzo sul ponte, a sciogliersi urlando o magari con del metallo in testa, in tutti i sensi, ma non per se stesso, per un attimo ha pensato seriamente a chi avrebbe controllato la notte se il nonno era a letto, da chi sarebbe andata la ragazzina che beve latte, chi avrebbe continuato a cercare ma' e si è reso conto che nessuno l'avrebbe fatto, e ha avuto paura, un momento e la faccia di Rebecca gli ha illuminato la testa.
Resta immobile, respira profondamente e infine tira un cazzotto senza motivo al muro avanti a se, uno, due, tre e infine allarga le mani, tornando a posarle sulle mattonelle e scuote la testa, riaprendo l'acqua per un ultimo tentativo di scacciare quel peso che non se ne va, esce dalla doccia dopo altri cinque minuti di silenzio, tirando la tendina con un movimento secco. Gocciola per terra e non gli interessa, da un calcio ad una lattina e si allunga per recuperare un asciugamano che si stringe alla vita fissando lo specchio per alcuni lunghi istanti prima di sospirare.
- Cazzo guardi?
Il telefono sul bordo del lavandino vibra, rischia di cadere e lui lo acchiappa con le dita ancora umide, acqua che scivola dai capelli e si rifugia nell'incavo della spalla. Legge, sospira, aggrotta la fronte. Gli occhi si fissano sulle nocche sbucciate e livide, non si era accorto di aver dato cazzotti così forte, si volta aprendo la porta del bagno infilandosi nel corridoio.
- Bagno libero!
Non sa nemmeno se Leonard è in casa, ma lui lo urla lo stesso, infilandosi nella propria stanza.