lunedì 22 febbraio 2016

Happy Somethingday



L'aria è fredda, quel tipo di freddo che ti entra dentro le ossa e scivola nel profondo più intimo. E lui passa questa notte, assorbendo questo freddo, seduto davanti ad una lapide di pietra fredda, senza foto ne fiori.
- buon complecoso, che lo so che tu non festeggi, che tanto sei morto. Festeggio io, che non festeggio sul serio..ma hai capito, no? Che se tu non ti morivi quella volta fuori dal pub, io non ci stavo qui. Magari non ci stavo proprio, che mi ammazzavi di botte.. Ma magari stavamo meglio.

Il rumore degli irrigatori che si mettono in moto lo riscuote dal midollo, tanto che si volta, si guardo anche intorno. L'ombra lontana di un uomo che passa con un carrello lungo il vialetto del cimitero, gli fa comprendere che è mattina, che con sto cazzo di tempo sembra che è sempre notte. Ha passato tutta la notte qui.
-Tipo con tutti i casini che ci sono, le scelte che faccio, gli amici che mi trovo…che non lo so se sono amici. Che uno come il nonno sarebbe stato amico pure tuo. Magari pure lo conosci no?

Il carrello cigola, si ferma. Ci sono scarponi neri che battono l'erba e una divisa blu da giardiniere a coprire un fisico da muratore.
-Hey amico, la nottata è passata, lo sai che devi andartene prima che apro. Ho un funerale tra due ore e non ho ancora iniziato a scavare.
-Sto andando. Calmo amico.. che poi sto in lutto oggi, è quando è morto il vecchio.
-Non me ne fotte nulla di chi cazzo è morto, togli il tuo culo dell'erba e smamma.
-Ho detto che vado..ciao pa’

Una pacca sulla lapide e si allontana lungo il viale, ignorando gli impropri del custode che grida qualcosa sul non infilare le bottiglie di birra nel terreno, che non siamo mica mangiafagioli.
Tanto quelli che lavorano ai cimiteri sono sempre ex carcerati, merda, peggio di quelli come me..o così dicono.