C’è un profumo forte di frittelle calde che impregna la sala, ma’ ha da poco pulito il salotto e nel pomeriggio ha promesso che butta via i cartoni della pizza impilati in bilico sul bancone della cucina, poi pensa al resto. Ha aperto le finestre e l’aria fresca ha dato vita nuova all’appartamento.
- Pensavo di passare al centro commerciale oggi, potremmo comprare delle bistecche, da quanto tempo non mangiamo una bella bistecca miky?
Lui non risponde, si limita a fissarla, restando in piedi nel centro della sala, la fissa, fissa lei e le frittelle che si cuociono in padella, fissa e appare confuso, sorpreso, anche un po’ felice.
- Ma’?
- Stasera delle bistecche, e domani ti porto a comprare delle scarpe nuove, quelle che hai sono orribili, ne ho viste un paio rosse che ti starebbero benissimo, lo sai? Ho raccimolato un paio di soldi da Frank, possiamo permettercele
Parla senza guardarlo, con l’allegria che si disegna ad ogni parola, luminosa e sfarfallante come l’incarnazione della primavera, ha un sorriso che le dona anni di meno, i capelli raccolti e l’attenzione assorta dal cibo che sta cucinando
- Ma’? Che ci fai qui?
La domanda gli esce spontanea, un sussurro a labbra socchiuse, mentre le dita non si muovono, il corpo non si muove, come se fosse chiuso in una bolla di sapone dal gusto amaro, la mamma. Non quella che mamma non c’è, ma quella vera, quella che mamma lo è, quella che vive per un paio di mesi, se sei fortunato un anno, e poi scompare di nuovo.
- Che stronzate chiedi Miky? Io ci vivo qui tesoro, adesso muovi le tue chippette d’oro e vieni a prendere la tua colazione, abbiamo una splendida giornata davanti a noi, solo nostra! Solo..mi chiedo tesoro, solo una cosa..
Alza lo sguardo e lo guarda e lui vede il volto di lei, e improvvisamente il freddo gli entra nelle ossa, e un urlo cupo gli sfugge dalla gola come un rantolo di dolore. No, no. no..
- Perchè non mi hai cercato?
L’urlo lo fa sfiatare, sicuro ha svegliato il nonno nell’altra stanza, magari da spiegazioni, magari no. Ha lasciato la finestra aperta e l’aria gelida entra all’interno della stanza e si insinua sotto il letto come un serpente. Gli incubi lo tormentano, e il peggio è che sono talmente tanto mescolati bene con la realtà dei ricordi, che inizia a non distinguerli più.